Il maggior esponente greco del genere noir, Petros Markaris, arriva a Ravenna, a Palazzo dei Congressi, per presentare il suo nuovo lavoro: L’università del crimine (La Nave di Teseo). Con questo romanzo torna fra le pagine di Markaris l’ispettore Charitos, che ormai, a detta dell’autore stesso, è parte della sua vita. In questa ennesima avventura non smette di stupire i lettori, che scoprono un aspetto sempre nuovo del personaggio in ogni libro. E il segreto di questo è il rapporto speciale instauratosi con l’autore: ogni libro è una scoperta nuova, una conoscenza sempre più approfondita, come fra due amici di vecchia data. Tra l’altro, è Charitos stesso a narrare, dice Markaris: «Nei miei romanzi il narratore è il poliziotto.» È l’ispettore che decide quale sarà la sua prossima mossa, è lui che delinea la risoluzione del mistero che cerca di risolvere: l’autore si limita a riportare i fatti, anzi, non conosce nemmeno la vicenda per intero. «Una volta ho scoperto l’assassino a tre quarti del libro, rimanendoci anche male» ha affermato con una nota ironica.IMG_9663

Quello che traspare, insomma, è l’immagine di uno scrittore che ha un legame forte con ogni aspetto della sua opera, persino con l’ambientazione. Sì, perché uno dei protagonisti dell’opera di Markaris è proprio la Grecia. In particolare Atene: un’Atene che è in continua evoluzione, come i personaggi, e che è determinante per ogni trama. Un fatto accaduto ad Atene è assolutamente diverso da uno accaduto a Salonicco, proprio perché l’ambientazione determina lo svolgersi delle azioni. Questa peculiarità, dice l’autore, è sicuramente conseguenza del suo lavoro come sceneggiatore. Quando il regista di un film vuole una determinata scena, lo sceneggiatore deve avere in mente, come in una fotografia, ogni singolo fotogramma: la descrizione allora diventa parte fondamentale della trama del film o del romanzo.IMG_9623

I suoi luoghi, la sua Atene, inoltre, descrivono perfettamente anche lo stato economico e sociale della Grecia. La scrittura di Markaris, infatti, nasconde un’importante tematica politica e sociale. Anzi, da tale aspetto nasce tutta la vicenda. L’ispirazione per i suoi romanzi parte da uno stato di rabbia, la voglia di cambiare un aspetto della società o della politica che causa disagio. Il suo ultimo lavoro è ambientato in un’università e ha come personaggi degli accademici: il luogo e le persone che lo frequentano sono direta conseguenza di una riflessione sul problema greco degli accademici che intraprendono la via della politica. Spiega Markaris che in Grecia è frequente che i professori universitari vogliano intraprendere la carriera politica. Si tratta, tuttavia, di un percorso che durerà solo un anno o diciotto mesi, un periodo piuttosto limitato, dunque. Le università allora non si impegnano nemmeno per cercare dei sostituti ai professori che hanno intrapreso la loro nuova carriera; senza dubbio, il risultato di una tale fuga di accademici è il fatto che gli studenti delle università rimangono senza professori per molti mesi. Da questa rabbia siu delinea la trama di tutto il romanzo, un connubio fra il mistero da risolvere e il tema politico di fondo, un comune denominatore delle opere di Markaris, il cosiddetto «tema del potere». In particolar modo, in L’università del crimine affronta il tema delle manifestazioni contro il potere, un potere che vuole cambiare la situazione che viviamo. Per questo, asserisce l’autore, oggigiorno le manifestazioni servono a mantenere lo status quo, piuttosto che a liberarsene.IMG_9629

Ci troviamo quindi davanti ai ritratti di una Grecia profondamente colpita dalla crisi, che probabilmente sarà presente per ancora molto tempo, e di una società profondamente cambiata da essa, abilmente sottesi da una trama avvincente ed appassionante: il ritratto dell’Atene del 2018 che si presenta viva e vivida fra le pagine del romanzo. Una letteratura che, come avviene dai tempi di Cicerone, ambisce a unire utile e dilettevole.

Edoardo Potenza

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